domenica 14 giugno 2015

Una costante nella storia del cinema: la Stop Motion.

La Stop Motion (in italiano, passo a uno) è una tecnica di animazione che viene usata nel cinema sin dai primi albori di quest’ultimo. Che sia una puppet animation, claymation o un cutout poco importa, perché ciò che conta è che essa è nata insieme al cinema: i primi utilizzi documentati sono quelli di Georges Méliès, considerato padre degli effetti speciali, nei primi anni del secolo scorso. 

Ma partiamo dall’inizio: cos’è e come funziona la Stop Motion?
La Stop Motion è una tecnica di animazione che usa, in alternativa al disegno a mano, oggetti inanimati mossi progressivamente, spostati e fotografati a ogni cambio di posizione; le immagini vengono poi proiettate in sequenza per dare l’illusione di un movimento continuo. 
Il lavoro dell’animatore Stop Motion è particolarmente laborioso, e spesso si lavora in grandi team per realizzare qualche minuto di film; infatti per ogni secondo di animazione servono 24 fotografie nelle quali il personaggio o oggetto vanno spostati in modo millimetrico.

Perché è una tecnica così interessante?
Dal punto di vista storico, la Stop Motion è a tutti gli effetti l’antenata dei moderni effetti speciali fatti a computer. Quando ancora il digitale non c’era e non era diffuso, era così che nel cinema si creavano figure fantastiche e irreali. Le prime due pellicole realizzate anche con questa tecnica, risalenti agli anni ’30, e poi riprese da registi dei nostri giorni quali Peter Jackson e Steven Spielberg, sono King Kong (1933) e The Lost World (1925).
La Produttrice Arianne Sutner la definisce una forma d'arte in cui “I personaggi sono tangibilmente reali, i set che li circondano sono costruiti a mano, e tutto è raffigurato in tre dimensioni.”
Il Produttore Travis Knight afferma: "E' un processo che risale agli albori del cinema, con un fascino, un calore ed una bellezza che nessun’altra forma di animazione – seppur meravigliosa- ha. E per ottenere il massimo, bisogna considerare ogni ripresa un’acrobazia.”
Il Supervisore all'animazione Brad Schiff osserva "C'è una sorta di anima nel processo di stop-motion; e questo nasce dalla tattilità e dal contatto con ciò che si sta lavorando."

Tra gli anni ’30 e gli anni ’80 la Stop Motion fu la tecnica più usata per gli effetti speciali, e venne poi mano a mano messa da parte con l’arrivo del digitale.
Ma grazie al suo immenso fascino e le qualità uniche descritte anche da chi nel cinema ci lavora da anni, questa tecnica non è mai diventata obsoleta; anche se ora è protagonista per lo più nei film di animazione, negli ultimi trent’anni, grazie a registi come Tim Burton, non ha mai smesso di passare sui nostri schermi.
Fonte


Esempi famosi di stop-motion vanno da The Nightmare Before Christmas (1994) -il film più complesso ed elaborato all’epoca della realizzazione-, a La sposa cadavere (2005), per arrivare fino a Coraline e la porta magica (2009) e Paranorman (2012)
Con la certezza che anche con l’avvento di nuove e bellissime e realisticissime tecniche lo Stop Motion non passerà mai, grazie al contatto diretto che esso offre all’animatore con il propri personaggi e\o oggetti, che regalano emozioni uniche, vi saluto.
Alla prossima puntata!





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