sabato 2 maggio 2015

La mia Rivoluzione Digitale

In questo post vi racconterò la mia personale rivoluzione digitale, o, per essere più terra terra, la mia prima volta alle prese con Internet. Questa esperienza si colloca nei cinque anni delle elementari, non ricordo con precisione di quale anno stiamo parlando, ma suppongo terza o quarta, a scuola.

Il laboratorio di informatica era nel piano interrato, un luogo in penombra, con delle finestrelle che davano sul cortile e dalle quali provenivano rumori di bambini che giocavano. Forse poteva non sembrare un luogo accogliente inizialmente, ma una volta abituatami alla penombra capii che di tutti i posti in cui stare all'interno della scuola, quello era il più adatto a me.

La maestra ci aveva sistemato ciascuno davanti a un computer e dopo averlo acceso ci chiese di aprire Internet Explorer. All'epoca non avevo idea di che cosa significasse il termine “lentezza” abbinata a un mezzo informatico. Aspettare tre, quattro, anche cinque minuti prima che il browser si aprisse e la pagina si caricasse non mi turbava. Avevo tutto il tempo del mondo davanti a me e molta più pazienza di quanto non ne abbia ora.

Passata dunque quella manciata di minuti, ciò che mi si aprì davanti dimostrò che ne era valsa l'attesa: sei lettere colorate che ammiccavano nella mia direzione. Per la prima volta nella mia vita entravo a contatto con Google, senza sapere che da lì a pochi anni sarebbe diventato il mio fedele compagno nella navigazione in Rete.



(Fonte immagine: Wikipedia)
E così, eccomi lì, una bambina di nove o dieci anni davanti a uno schermo con uno spazio bianco in cui scrivere. Sebbene siano ormai passati due lustri, ricordo ancora le parole che digitai, dietro il saggio consiglio della maestra: “vigili del fuoco”. A pensarci bene, la mia prima ricerca su Google, nonché primo approccio con Internet, fu molto serioso. Ma la fase delle ricerche in qualche modo utili alla comunità durò poco.

Qualche anno dopo si materializzò nella mia casa un computer tutto per me, fornito di connessione a Internet. Il modem ADSL era veloce e mi permetteva non solo di navigare tranquillamente ma di parlare al telefono nel frattempo. Potevo trascorrere le mie giornate su Google a cercare le immagini dei miei cantanti preferiti o dei film che mi appassionavano e contemporaneamente chiacchierare con qualcuno dall'altra parte della cornetta, o perlomeno non vivere nel terrore che il telefono suonasse e tutte le mie ricerche si volatilizzassero.

Da quei primi tempi ne è passata tanta di acqua sotto i ponti, il modem si è trasformato in una chiavetta, il computer fisso in un portatile. Le ricerche di cantanti e attori sono drasticamente diminuite per lasciare spazio agli argomenti più disparati, negli ambiti più diversi. Però la scintilla scoccata in quel pomeriggio nel laboratorio di informatica non è svanita e oggi più che mai capisco quanto sia importante Internet per me, nel bene e nel male. La mia è stata una vera “rivoluzione” digitale: lenta e graduale, ma radicale e non reversibile.

Grazie per la vostra attenzione,

Carolina

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