giovedì 21 maggio 2015

"2001: Odissea nello spazio" secondo me

In questo blogpost vorrei parlarvi di quella che è la mia interpretazione di 2001: Odissea nello spazio. Non mi avvalgo di onniscenza e tutto ciò che dirò non è altro se non le sensazioni e le idee che sono nate a seguito della visione di questo di film capolavoro di Stanley Kubrick del 1968.

Dal punto di vista puramente cinematografico, tralasciando la trama e i contenuti, 2001: Odissea nello spazio rappresenta un nuovo modo di creare un film di fantascienza. Lo si potrebbe definire un film di fantascienza “per adulti”. Non perché i temi trattati siano sconsigliati a un pubblico di bambini ma per l'approccio del regista nel girare il film. I silenzi prevalgono sui discorsi, le scene di contemplazione dello spazio con le navi spaziali che volano, anzi ballano, sulle note del Danubio Blu di Strauss, le sequenze di immagini psichedeliche su Giove. Sembra quasi che Kubrick avesse intenzione di girare un documentario dell'evoluzione umana più che un film di fantascienza.
Tuttavia il tema centrale, il viaggio nello spazio, non può che chiudere ogni possibile discussione riguardo al genere del film.

Quando si parla di 2001: Odissea nello spazio la maggior parte degli spettatori si chiede quale significato possa avere il Monolito che ciclicamente compare nel film per alterare l'equilibrio delle creature che lo circondano e cerca una possibile spiegazione al finale, una delle scene più criptiche. Non è mia intenzione dare interpretazioni filosofiche al film, bensì provare a vederlo sotto una luce distopistica.


La parte centrale del film racconta il viaggio, che è una vera e proprio odissea, della nave spaziale Discovery 1 verso Giove. L'equipaggio è formato da tre membri ibernati, che saranno risvegliati una volta giunti a destinazione, due astronauti coscienti, che gestiscono la nave, e Hal.

Hal 9000 è un supercomputer dotato di una sofistica intelligenza artificiale, così sofisticata da permettergli non solo di controllare ogni azione all'interno della nave, ma di dialogare con i due astronauti, di giocare con loro a scacchi. É da considerarsi un membro dell'equipaggio a tutti gli effetti. Prima della partenza viene chiesto all'equipaggio se Hal possa provare emozioni. Loro non sono in grado di rispondere a tale domanda ma alla fine del film lo spettatore potrebbe dire di sì.

Gli elaboratori della serie 9000, la serie di Hal, non hanno mai commesso errori, e se mai se ne fosse verificato uno sarebbe stato generato da una svista umana. Eppure a un certo punto Hal commette un errore. Gli astronauti non sanno come comportarsi, l'unica soluzione è disattivarlo lasciando accese solo le funzioni necessarie a continuare il viaggio. Nonostante le precauzioni prese prima di discuterne, Hal si rende conto della cospirazione in atto contro di lui e cerca di fermarla. Durante una sostituzione esterna elimina uno dei due astronauti, poi, mentre l'altro è fuori a recuperare il corpo, manda in avaria le macchine che tengono in vita gli uomini ibernati.
L'unico membro dell'equipaggio sopravvissuto alla strage “uccide” a sua volta Hal, dando vita a una delle scene più drammatiche del film. Prima di morire Hal ha una sorta di regressione all'infanzia, ricordando i suoi primi momenti di vita e la canzoncina Giro Giro Tondo che il suo istruttore gli aveva insegnato.


(Fonte immagine: Wikipedia)

Tra tutte le domande che il film ci pone, quella che più mi colpisce riguarda Hal. La rivoluzione digitale ci avvicina sempre di più al mondo creato da Kubrick. Le macchine assumono ruoli sempre più importanti nelle nostre vite, noi possiamo già parlare con loro (chi non ha mai ceduto alla tentazione di scambiare due parole con Siri?). Ma allora è questo il nostro destino? Un mondo dove anche le macchine sono guidate dal nostro stesso istinto di sopravvivenza e sono disposte a ucciderci? E il Monolito si staglierà imperturbabile su di noi, aiutandoci ad evolvere, come è stato per le scimmie, o a creare malfunzionamenti nelle macchine, come è stato per Hal?

Per concludere riporto le parole di George Lucas riguardo al film: “Negli anni '50 la scienza ha prevalso sulla fantasia e il romanzesco è stato più o meno abbandonato, man mano che i viaggi nello spazio e la tecnica venivano in primo piano. In questo filone, il capolavoro è 2001: Odissea nello spazio, uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. È veramente l'apice della fantascienza .”

Grazie per l'attenzione,

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